Passa ai contenuti principali

Me & my baby

Un romanticismo al ferro e agli ottani spiegato a fatica sulla carta anzi nei byte.
Collezionisti ce ne sono sempre stati, di svariati oggetti impolverati o guizzanti, di trenini, bambole di porcellana, penne con le donnine annacquate, rasoi e serbatoi, ma l'emozione del motore, irrazionale ed inspiegabile, affascina ancora e di più.
Cosa ci sia nel ferro, nei cavi, nell'odore che evapora dal serbatoio appena rifocillato io non riesco a dirlo. E' movimento nel rumore, un corpo che vibra assieme al metallo mentre i capelli inseguono il vento e la sciarpa fa il balletto nello specchietto assieme al panorama. E' sentire l'erba appena usciti dal caos caldo della città, il rinfrescarsi dell'aria vicino ai corsi d'acqua, gli insetti davanti al faro alla sera. L'essere seduti ma in corsa, la sfida dell'equilibrio continuo, l'aggiustare le traiettorie, la musica del gas e la strada che corre sotto gli anfibi.
Le nuvole sul serbatoio, lo stare fuori dalle scatolette che ci mette attorno la società, la solitudine delle proprie riflessioni, l'allontanamento dalla banalità.

***
Il mio debole per le moto è stato evidente da subito, ma detestavo fare la zavorrina perchè volevo guidarle. Sarà capitato due volte in tutto, poi ho capito che il sedile posteriore non era posto per me. Ho cominciato coi motorini di cugine e amici, ma ho potuto permettermi una moto molto tempo dopo, a 38 anni.
Una somma di denaro mi si è presentata alla porta come premio lavorativo, e pensandoci qualche minuto l'unico pensiero è stato "adesso mi compro la moto". Mai guidata una moto con le marce prima, a parte una Vespa finita contro un muro, ma quella non è una moto.
Avendo disponibilità economica avrei comprato una Harley. Ma non l'avevo.

Vagliati vari annunci eccola. Bellissima. Proprietaria una donna. Tenuta benissimo. Chiedo ad un mio amico biker  di accompagnarmi come sempre ad "esaminarle". Questa volta non ha detto "è pazzesco" in senso profondamente dispregiativo, ma stava in silenzio. La sua si chiama Principessa, e a quella avevo già trovato in cuor mio un nome adatto, "Bitch". Tre proprietari, tanta esperienza in viaggio, mi sembrava adatto ed ironico.
Pochi giorni dopo era mia.
Senza patente però non potevo e non sapevo guidarla, quindi con l'inseparabile (e paziente) Crash e Reef siamo andati a prenderla per portarla a casa. Lacrime della proprietaria, un stretta al braccio dopo avermi preso da parte "fai attenzione, la strada è pericolosa, ho perso tanti amici". Toccatina virtuale e via, è cominciata la nostra storia insieme.

Nel mio garage la guardavo con sospetto, enorme desiderio e curiosità. Le giravo attorno, la annusavo, mi spazientivo nel non poterla usare. Prendere la patente è stato facilissimo. Se hai già ben chiaro il concetto delle marce, e ti piace guidare, come a me, è una passeggiata.
Le custom sono per me le uniche moto possibili. La parola "moto" nella mia mente fa apparire solo una custom, non esiste che io compri o guidi un altro genere di due ruote.
On a steel horse I ride, diceva Bon Jovi, ed è l'amore per il "ferro" che mi ha condotta tra queste righe a raccontare di lei, la mia Yamaha Virago 535. Nera.
Nel 2012 m'ha preso una follia. Ho trovato questo negozio-officina, Custom Street Bike, cercavo degli specchietti nuovi, perchè i suoi originali sono delle orecchie di Topolino. In loco chiedo informazioni e dagli specchietti sono passata alla verniciatura, al cambio dei cavi, ai raiser, un dissanguamento che è valso ogni centesimo pagato per un anno intero, a rate.

Detesto chi corre con la moto. A me piace usarla qualsiasi sia il luogo dove mi porta. Non ho la malattia "sempre in moto" o del "viaggio ad ogni costo", perchè amo anche le quattro ruote (specie le vecchie signore americane e le Mustang di qualsiasi età), nè intendo convincere qualcuno che sia il migliore mezzo del mondo.
Adoro stare con lei e la uso quando posso. Non ho mai fatto un viaggio lungo, ma non importa, ogni rapporto con la moto è personale ed imprevedibile e guai se seguisse dei cliché: come in ogni amore ognuno ci mette quel che vuole dedicandocisi a sentimento.
Confesso, anche se non dovrei farlo, di mettere le cuffie sotto il casco con la mia musica. A volume basso, appena percettibile. Ho vitale necessità della mia soundtrack fuori casa, sempre.

Si parla sempre della poesia della moto, di quant'è bello, epico. Ma delle figuracce o delle cose buffe si parla poco.
La mia caduta da ferma nel corridoio del garage ad esempio con bacio del pavimento carpiato, incrinatura di due costole, ginocchio e caviglia ammaccate assieme all'onore che si è andato a nascondere.
Episodi che ti riportano alla realtà a muso duro, perchè chiunque salga su una moto si sente un guerriero invincibile, la realtà è invece che bisogna avere rispetto. Della sua pericolosità, della sfida che affrontiamo ogni giorno conoscendola, della strada.
Rispetto senza paura perchè la paura fa commettere errori. Rispetto e conoscenza del mezzo, ma soprattutto accettazione dei propri limiti.

Essendo donna ancora incontro pregiudizi, come anche ammirazione.
Chi si arrovella su come sia possibile che al posto di sognare pannolini e abito bianco preferisca la moto o la fotografia o la musica. Alcuni restano affascinati, ma la maggiorparte non riesce a smettere di dirti quanto sia facile cadere, che l'amico dell'amico si è scatafasciato di recente, che metto la vita in pericolo. Liberissimi di pensarla così, solo che non sempre dare fiato alle trombe è cosa utile ed opportuna.

Sto mettendo insieme un po' di canzoni che parlano di moto, accetto copiosi suggerimenti, ma non Vasco Rossi e tanto meno musica italiana. Ho una primitiva forma di snobismo musicale che mi impedisce di ascoltare musica italiana salvo rare eccezioni.
Andare in moto con la colonna sonora dei Warriors è un'esperienza ascetica intraducibile in italiano.



Commenti

  1. Quanto ti invidio!
    Aspetto i post sulle canzoni di moto che sono sicura piaceranno tanto anche al mio compagno!
    (fammi capire, fotografia e motociclette vanno insieme? perchè anche dalle mie parti queste cose viaggiano a braccetto!)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lui va anche in moto oltre ad essere fotografo? Che bello!!!
      Sto raccogliendo i brani per una lista esauriente! Come stai? Aggiornami via email!

      Elimina
  2. Comprendo e condivido ogni riga del tuo post. ;)
    Andare in motocicletta è un'esperienza unica, inebriante, trasmette libertà, potenza, la moto, dopo poco tempo, diventa una nostra estensione e riesci a "sentire" l'asfalto, le gomme, il motore che vibra ubbidiente stretto tra le tue gambe.
    Ho avuto una "vera" moto solo parecchi anni fa, e ricordo ancora la sensazione che mi procurava la sua incredibile accelerazione quando spalancavi la manetta del gas.
    Adesso guido uno scooterone di 400cc, non è la stessa cosa, ma le sue soddisfazioni te le dà. Credo qualsiasi mezzo a due ruote riesca a dartele, se sei un certo tipo di persona.
    Quanto alla Virago, la conosco abbastanza bene, era la moto di una mia amica, affidabile, potente quanto basta e con un'estetica da urlo.
    Goditela tutta. ;)

    RispondiElimina
  3. Oh, bella! Della tua passione per le moto avevi già parlato. Io non sono un grande fan e ho avuto al più un motorino (anzi due, uno dei quali distrutto), ma ti assicuro che traspare moltissimo dalle tue parole! In quanto a canzoni di tema motoristico, mi vengono in mente Judas Priest e i Manowar delle origini. E i Motorhead, ovviamente!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hell Patrol.
      Death Tone, Wheels of Fire.
      E i Motorhead, sinceramente, non li conosco tanto, ma penso basti una qualsiasi! ;)

      Elimina
  4. Sorry for the delay Lady ! Hope you will accept our deepest congrats and appreciation for your post (TERRIFIC AND AMAZING JOB) !!!
    Here is my list :

    Against the Wind
    BOB SEGER and THE SILVER BULLETT BAND

    Ballad of Easy Rider
    THE BYRDS

    Fire on the Mountain
    GEORGE MC CORKLE AND THE MARSHALL TUCKER BAND

    The Devil Went Down to Georgia
    THE CHARLIE DANIELS BAND

    Highway 49
    CHESTER BURNETT/ BIG JOE WILLIAMS / GEORGE THOROGOOD

    I Can't Drive 55
    SAMMY HAGAR

    Highway Lady
    DANNY PEYRONEL - UFO

    Ride Ride Ride
    FOGHAT

    Ridin' the Storm Out
    GARY RICHRATH REO SPEEDWAGON

    Call Me the Breeze
    J.J. CALE LYNYRD SKYNYRD

    More titles will follow soon !
    HAPPY LISTENING TO EVERYONE !

    MerryCat




    RispondiElimina

Posta un commento

Bando alla pigrizia, commenta!

Post popolari in questo blog

KEEP CALM & CARRY ON - the beginning

Una libreria storica, un tempo stazione ferroviaria, in cui viene voglia di andare a trascorrere un pomeriggio nella OLD WAITING ROOM. Si tratta della Barter Books e della vera storia dell'arcinoto slogan KEEP CALM AND CARRY ON, ideato dal governo inglese (assieme ad altri due slogan) nel 1939 per sorreggere il morale del popolo britannico all'inizio della Seconda Guerra Mondiale. Qualche anno fa il poster fu scoperto appunto nella libreria Barter Books, in una scatola di vecchi libri vinti ad un'asta, generando un entusiasmo ed una diffusione imprevisti. Qui  il negozio ufficiale della libreria che propone i tre poster originali. e qui  uno dei tanti shop on line che propone tovaglie, tazze, poster e altri gadget. La Barter Books è una tra le 20 librerie più belle al mondo . Seguirà un post a rriguardo, intanto, a voi la storia e qualcuna delle declinazioni più simpatiche: FONTE NOTIZIA: blog BLOGGING WOLF

BUONE VACANZE A TUTTI

Ci rivediamo a settembre. Fate almeno una cosa al giorno che vi rende felice, evitate le costrizioni e viaggiate tanto, fisicamente o mentalmente (a libera declinazione). Spero al ritorno di rittrovare il blog Nocturnia aperto. Cyberluke hai visto The Talking Dead?? Baci     CREDITS: foto di IVANA PORTA

Henri Cartier Bresson - mostra a Torino

Henri Cartier Bresson credeva che ogni azione, ogni soggetto, ogni situazione vivesse prima o poi un momento decisivo, un attimo importante, da fotografare. Un fotografo che ha testimoniato il secolo scorso, anche attraverso la pittura, con i suoi scatti su momenti storici rilevanti o quotidiani. Un artista che ha trovato essenziale viaggiare per nutrire la sua arte, perchè le sue Leica non fossero passatempo, ma occhio vigile sulla realtà, in ogni declinazione. Ha fotografato la storia, la miseria umana, attori del cinema e scrittori, con uno stile in bianco e nero senza virtuosismi, ma fatto i occhio, cuore e anima allineati, come diceva spesso. A Torino fino al 24 giugno 2012 c'è sua una mostra di 180 foto a Palazzo reale. Ci sono andata ieri e ne sono uscita emozionata. Non amo particolarmente "quel" genere di foto, soprattutto dedicato a volti e persone. Ma è inevitabile restare affascinati dagli scatti sopravvissuti all'autore, immagini in perpetuo movim