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LA RIVOLUZIONE SILENZIOSA


LA RIVOLUZIONE SILENZIOSA

La rivoluzione.
Una parola a noi sconosciuta, che ci giunge come un’eco dalle pagine dei libri di storia delle scuole medie e del liceo.
Evoca immagini di tafferugli, battaglie, morti sgozzati o decapitati, sparatorie, proteste, saccheggi.
La Rivoluzione è fatta dal popolo, per lo più. Non si è mai sentito di 20.000 Milord e Milady pronti a saccheggiare la Torre di Londra per più o meno limone nel Lemon Curd.
I motivi di una rivoluzione sono legati ad una polveriera sociale, in cui ingiustizie, soprusi, situazioni da lungo lasciate come sono diventano insostenibili, con qualche miccia politica ed un pizzico di facinorosi la ricetta è pronta.
Penso che l’essere umano pensante abbia diverse centinaia di modi di dare una rivoluzione.
La crisi in Italia, le varie cose che non vanno nel mondo, come potremmo cambiarle invece di piangerci addosso, invece di sbolognare la responsabilità al Governo, al vicino di casa, agli Stati Uniti, alle stelle, alle zanzare, ai produttori di Twilight?
Io credo fortemente nel potere dell’individuo. E credo nella rivoluzione silenziosa, pacifica, ma non per questo meno incisiva.
Se noi andassimo tutti, oggi, a ritirare i nostri risparmi in Banca chiudendo i conti correnti cosa accadrebbe?
Se noi per un  mese smettessimo si usare la benzina cosa accadrebbe agli imperatori del petrolio?
Se – argomento a me caro – tutti entrassimo nei negozi dicendo “Non comprerò mai più nulla che implichi sofferenza animale” e davvero lo facessimo cosa accadrebbe?
Se smettessimo di utilizzare energia elettrica una volta a settimana, cosa accadrebbe?
Il sistema andrebbe in tilt. Ci sarebbero perdite economiche tali da poterli ricattare e chiedere qualsiasi cosa.

Il sistema, le aziende funzionano perché NOI COMPRIAMO.

Noi compriamo su bisogni indotti da loro attraverso le mode, la pubblicità.
Anni fa nessuno aveva un cellulare, adesso nessuno va al bagno senza.
Poi ci hanno detto che lo smartphone era meglio, e giù tutti ad acquistarli. Una mia collega mi ha detto “guarda che lo smartphone ti cambia la vita”. No mia cara, un oggetto non mi cambia la vita. La cuyra per il cancro mi cambia la vita, la non violenza in tutto il mondo mi cambia la vita, l’inquinamento zero mi cambia la vita, non un fottuto smartphone.
Hanno detto che si DOVEVA andare su Facebook, e tutti con i profili sui Facebook a farsi i cavoli altrui e pubblicizzare i propri.
Ci suggeriscono bisogni di cui potremmo fare a meno e non muoviamo un dito, lasciamo che ci facciano di tutto (tasse, inquinamento, soppressione servizi ospedalieri, classe politica corrotta e vile, devo continuare?) SENZA DIRE ALTRO CHE “IN ITALIA E’ COSi’”.

E’ COSI?????????????????

Non serve andare in piazza a marciare sotto i palazzi del Governo. Loro, barricati dietro mura alte e protette e noi in piazza alla sassaiola.
NON SERVE LA VIOLENZA E NEANCHE LA PROTESTA VERBALE.
SERVE PASSARE AI FATTI.
Abbiamo noi il potere d’acquisto, l’unica arma che dovremmo utilizzare per cambiare il mondo è smettere di usare questo potere. Non comprare.
E chiedere quello che vogliamo.
Senza soldi da parte nostra, le aziende sarebbero in ginocchio. Pronte a rispondere ai nostri nuovi bisogni.
Vuoi una macchina che non inquina? PRONTA.
Vuoi un piumino sintetico? PRONTO.
Vuoi un Paese che funzioni? Fuori dai coglioni i corrotti politici usurpatori e pronte facce nuove e certificate come oneste.
MA.

Per fare questo significherebbere per noi individui, cittadini, utenti, smettere di usare certe cose, farne a meno.
Ma come senza macchina come vado al lavoro?
Ma come senza piumino come mi riscaldo? Il sintetico naaaaa non tiene caldo, è difficile da trovare…
Ma come devo smettere di usare taldeitali prodotto per protesta? Naaaa sono troppo abituato.

La verità è che NESSUNO VUOLE RINUNCIARE AL PROPRIO STILE DI VITA O AD UNA PORZIONE DI ESSO, NEMMENO PER NOBILI ED EFFETTIVI RIULTATI.

Organizzarsi è difficile?
FALSO.

Nell’era di internet organizzarsi non è mai stato così facile. E se attraverso la rete 500 persone possono trovarsi in piazza a Torino per una Zombie Walk, non comprendo perché non si possa organizzare una più ampia e sacrosanta rivoluzione pacifica, ma epocale.
 

Oggi più che mai, la Rivoluzione potrebbe essere globale.
Potremmo fermare inquinamento, test sugli animali, uso del petrolio. Potremmo chiedere condizioni più eque di vita per tutti gli esseri umani, non solo per i paesi arraffatori.
Potremmo cacciare a calci in culo i politici che non fanno il loro lavoro, invece di vederli sguazzare come porci contenti nel fango e nei soldi che hanno tolto a noi.
Protestano gli studenti, protestano i giovani, ma gli altri sono tutti contenti?
Possibile che in Italia si possa solo stare a guardare?

Commenti

  1. Condivido tutto e personalmente mi sono stancato di sentirmi dire che noi italiani siamo così, che le cose nel nostro paese non cambieranno mai.
    Adesso dovremmo cominciare a cambiare noi la mentalità.

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    1. Noi italiano PER LO PIU siamo così, ma c'è sempre tempo e spazio per cambiare le cose. Nel nostro piccolo possiamo farlo TUTTI.

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  2. [Mood negativo ON]
    Non so, il punto è... che siamo così. Davvero. E non solo in Italia. Mi è capitato di partecipare (senza troppe pretese e quasi per caso) a boicottaggi mirati, o a giornate senza lampadine, ma sono state iniziative di infimo impatto. Poi io sono uno che se partecipa a un progetto di crowd funding il giorno seguente il proponente lo ritira e mi restituisce i soldi, quindi magari sono solo sfortunato. Però non vedo come si possa cambiare la mentalità alle persone. E se cambiasse, la penseremmo allo stesso modo? Io non credo.
    Sarò pessimista, ma penso che alla gente non importi davvero di come va il mondo.
    E coloro a cui importa hanno priorità e opinioni troppo diverse per fare massa critica.
    [Mood negativo OFF]

    Però è vero. Ci sono eventi che il sistema non prevede neppure, come il ritiro simultaneo di tutti i soldi dalle banche. Sarebbe un cataclisma!

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    1. Anche io ho partecipato alla giornata senza lampadine.
      E non compro nulla non testato sugli animali.
      Se posso faccio car sharing.
      Chiudo l'acqua mentre lavo i denti quando non metto lo spazzolino sotto l'acqua.
      E mille altre piccole cose che si possono fare, specialmente al momento dell'acquisto.
      Dire a chiare lettere io NON COMPRO questa roba con la pelliccia, oppure IO NON COMPRO VERDURA che viene dalla Papuasia è un modo di controllare il mercato. Se lo facessimo tutti le cose cambierebbero eccome.
      Ed è vero quello che dici, alla maggiorparte delle persone in realtà non frega nulla.

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  3. Non so, penso che comunque anche le rivoluzioni hanno bisogno di un un coordinamento per così dire.
    Resta indubbiamente il fatto che, sì, è vero, nessuno vuole rinunciare alle proprie piccole comodità, e fare una rivoluzione implica l'inevitabile necessità di rinunciarvi, almeno per un po' di tempo.

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    1. Vedi, è anche il parlare spersonalizzato."Nessuno, tutti, loro, gli italiani".
      Ma bisogna chiedersi, IO COSA FACCIO?
      Ogni giorno cosa posso fare nel mio piccolo?

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  4. Qualcuno ha detto che, finché avremo qualcosa da perdere, non ci saranno rivoluzioni.
    Ho paura che potrebbe aver ragione.

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    1. Io credo che abbiamo già perso abbastanza...dicevano i Pink Floyd:

      "Can you tell a green field from a cold steel rail?
      (...) And did they get you to trade your heroes for ghosts?
      Hot ashes for trees?
      Hot air for a cool breeze?
      Cold comfort for change?
      And did you exchange a walk on part in the war for a lead role in a cage?"

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  5. Il tuo discorso è perfettamente giusto, solo che la gente ('a'ggente) sarebbe disponibile a scendere in piazza se glielo chiedesse la TV, non se lo leggesse su internet. La gente - per più del 50% - NON LEGGE. Non legge libri (né cartacei né elettronici), non legge giornali (nemmeno la gazzetta dello sport), non va in internet se non per scrivere qualche scemenza su facebook o su twitter con il suo i-phone 5 nuovo di pacca. La sua unica fonte di info è la TV.
    Credo che la realtà sia che in molti abbiamo qualcosa - anche poco - da perdere, quindi per oggi niente rivoluzioni. E se le cose dovessere peggiorare ancora il rischio, comunque è quello di un'Alba Dorata nostrana... Non per fare il leninista a tempo perso, ma senza un partito - anche non violento, anche femminista, anche animalista e tutto quello che vuoi - non c'è rivoluzione ma soltanto caos.

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    1. Mi riempie di tristezza. Ma temo tu abbia ragione.
      Non vedo leader e movimenti illuminati all'orizzonte.

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  6. Io sono della teoria che prima di fare le cose grandi bisogna fare quelle piccole. Se riesco nel mio piccolo a cambiare qualcosa in meglio, penso che ciò sia già tanto. Fare cose concrete, pratiche, piccole ma sensate.
    Una rivoluzione globale potrebbe anche essere interessante e potrebbe portare grandi frutti, ma la società odierna non è ancora pronta o, forse, (il che sarebbe molto peggio) non lo è più.
    A volte è così difficile cercare di modificare un granello di sabbia del mondo, che sinceramente non so come si può avere la forza per sollevare un turbine di sabbia nel deserto, ma ti ammiro per la forza con cui porti avanti le tue idee e forse anche per un po' di sano ottimismo che a me manca.

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    1. Sono perfettamente d'accordo con te, bisogna cominciare dalle piccole cose.
      E' vero anche che la società non è ancora pronta, ma possiamo cambiarla noi. Ci crederò sempre. I tempi buii vengono illuminati da animi lungimiranti che non smettono di lottare.

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