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Un pomeriggio al Museo

Una pioggia fastidiosa, quella di ieri.
Una domenica inusuale, mi sono alzata presto perchè avevo la prima "gita fotografica" del corso di fotografia del Centro Visual. Il ponte di Corso Vittorio, i Murazzi, e alla fine delle due ore una pioggia scrosciante.
Malvolentieri torno a casa per acsiugare i capelli, l'abbigliamento stile esquimese data la temperatura, mangiucchio davanti al pc l'adorata pasta al pesto e galvanizzata dallo slancio creativo mattutino, decido di non rinunciare per l'umido alla mostra "Il senso della vita", organizzata dal National Geographic Italia presso il Museo di Scienze Naturali di Torino.
Venero il National Geographic, specialmente per le foto di animali e natura. Sono il sommo Graal della mia ricerca fotografica. Ogni anno partecipo al contest annuale di fotografia pur sapendo di non avere alcuna possibilità di vincere (per il momento).
La mostra, sebbene io nona mi particolarmente foto che ritraggono persone, è splendida, le immagini ben esposte, illuminate alla perfezione.
E sono emozionanti.
Ma.
Il museo presenta anche altre mostre in contemporanea e per la cifra onestissima di 5 euro posso vederle tutte, in più sono incuriosita dal museo, che non ho mai visitato.
Ma.
Ovunque vetrine enormi, di quelle antiche, di legno scuro, enormi vetrate colme, zeppe, strapiene, strabordanti di animali impagliati. Uccelli, di tutte le forme, le misure, le razze, le età, anche cuccioli. E poi volpi bianche, rosse, lupi, orsi, tigri, e mille altre povere bestiole immortalate in una posa vitrea ed innaturale.
Per me è come assistere all'impagliamento di persone.
Comprendo bene che in Italia la cultura non è lo sport preferito dai medioman. Capisco che i finanziamenti non sono come quelli del nord europa per i musei.
Capisco che il museo di scienze naturali farà sicuramente il possibile nel gestire quello che ha, magari facendo i salti mortali.
Ma.
Ma.
Buttate via questi animali impagliati, non erano un intrattenimento nell'800 e non lo sono ora. Non voglio sentire una sola persona alzare il ditino per dire "e ma è l'unico modo per vedere (ieri come oggi) animali che mai potremmo avvicinare dal vivo".
Ieri come oggi gli animali si possono conoscere dai libri, dal web, dai filmati, dai documentari. Non c'è bisogno di perpetrare la barbarie macabra della tassidermia animale e soprattutto, che esempio diamo alle nuove generazioni mostrandoli?
Una delle mostre blaterava di rispetto per l'ambiente, di passare sulla terra con "gentilezza"...e che messaggio diamos e da una parte diciamo che l'ambiente è importante, che l'inquinamento è male e poi piazziamo al centro della stanza un bel lupo impagliato, triste ed inerme? CHE SENSO ARTISTICO HA????

Sarei rimasta di più, alla mostra e avrei anche comprato il catalogo. Ma questo scempio mi ha disgustata e ho desiderato scappare dal primo momento.

E poi basta con questi musei vetusti ed ammuffiti! Il museo per attirare deve essere interattivo, le persone devo mettere "le mani in pasta", sentire, odorare, ascoltare, provare, visualizzare! Il museo deve essere un gioco, un'esperienza sensoriale, emotiva! Non un'esposizione di cadaveri in naftalina.

Fonte foto: Geekologie
Per chi non lo sapesse esiste anche la Steampunk Taxidermy. Agghiacciante. Senza senso.

Commenti

  1. Sono d'accordo! Sono stato in ben pochi musei e in quasi tutti mi sono annoiato ad eccezione dei musei delle scienze di Napoli e Trieste dove ho ''giocato'' come un bambino provando esperimenti e macchinari abbastanza moderni e carini :)

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  2. A me da piccolo piaceva moltissimo il Museo di Storia Naturale (qui a Milano).
    Oggi sono più da musei archeologici.
    O da museo della Scienza e della Tecnica. Ma in questo sono tradizionalista: mi piace di più ammirare un sestante, che provare a calcolare l'orbita che massimizza la sopravvivenza di una maledetta pallina intorno a una buca di potenziale.
    Ma di questo, un'altra volta...

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  3. I Musei avrebbero ancora senso, però dovrebbero trasformarsi, essere più aperti alla gente e alla società.

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  4. Beh, se si tratta di mostre a tema sicuramente l'interattività sarebbe utile. Per pinacoteche e mostre d'arte classica francamente preferisco un museo tradizionale, mentre in altri contesti l'effetto interazione è sicuramente più appropriato.

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  5. Che bello il corso di fotografia! :-)

    È da molto che nn vado al Museo di Scienze Naturali di Milano… C'erano anche lì bestie impagliate nn so se ci siano ancora.
    Però è vero anche che è roba obsoleta, vecchie e impolverate.
    Se non altro credo sia una pratica che nn si fa più.
    Sono d'accordo che certi tipi di musei necessitino di uno svecchiamento e di una sezione interattiva.
    In un'area del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano ce l'hanno fatta, è bellissimo.
    E anche a quello di Trento, la sezione empirica era presente già una decina di anni fa.

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  6. "Buttate via questi animali impagliati, non erano un intrattenimento nell'800 e non lo sono ora."

    Non sono d'accordo. Ne sul giudizio negativo riguardo gli animali impagliati, e nemmeno sul loro valore di semplice intrattenimento.

    Essendo bimbo munito (i miei ragazzi adorano gli animali, e in cambio di visite bestiali ci permettono un giro al Louvre o simili), m'è toccato visitare un sacco di musei di scienze naturali, da Bologna, a Parigi, a Londra… e prima o poi verrò anche a Torino, stai sicura, ma l'esposizione di animali impagliati, ospiti tipici a qualunque latitudine di quel tipo di museo, non m'ha dato alcuna noisa, anzi.

    Credo che vedere una creatura vera, un tempo viva, sia un'esperienza non confrontabile con l'assistere a documentari, animatronics, o simili. Ci si rende conto delle dimensioni, dell'aspetto, della loro presenza; la si può immaginare (a volte i diorami aiutano) nel contesto in cui viveva; si può riflettere sulla storia della scienza (di solito quei campioni sono tutti piuttosto datati, su come siano stati ottenuti i campioni, e sul viaggio che hanno compiuto); si ha un contatto con la realtà, anche nei suoi aspetti meno amichevoli, che è indispensabile se si vuol avere a che fare con la natura.

    Per quella che è la mia esperienza i miei ragazzi hanno apprezzato molto di più la visione di queste bestie, che non i pannelli informativi (interattivi o meno) o le proiezioni sempre presenti in quei musei.
    Poi certo, uno zoo per loro è ancora meglio, ma l'impressione di ricchezza naturale, di varietà e complicanza che la visita di un museo naturale offre non ha eguali.

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    Risposte
    1. Dissento anche dallo zoo, prigioni a cielo aperto per animali selvatici.
      In ogni caso pur rispettando la tua opinione e quella di tutti, mi domando perchè allora non ci siano impagliati i grandi uomini del passato ad esempio, o perchè non impagliamo il nonno per tenerlo in salotto.
      Molti di quegli animali sono sicuramente stati uccisi (e vengono ancora uccisi) per semplice diletto umano. Nessuno in natura fa roba del genere, solo noi.

      E poi perdonami, ci sono le riproduzioni in scala, per far conoscere gli animali ai bambini, i documentari, non c'è bisogno di un cadavere con occhi di plastica.

      Immagina la scena, viene a vedere la nonna che non l'hai mai conosciuta!

      Sai qual'è il problema? I costi. Riprodurre fedelmente un animale in materiali non organici costerebbe di più. Mentre a prendere un animale ammazzarlo e impagliarlo per far divertire bambini e adulti ci vuole un attimo.

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    2. "perchè allora non ci siano impagliati i grandi uomini del passato"

      Qualche motivo:
      - sappiamo già come sono fatti e quindi l'impagliamento conoscitivo non avrebbe senso.
      - sarebbero pezzi unici, mentre la loro importanza travalica spesso confini urbani, regionale, nazionali.
      - se proprio si vuol vedere com'erano fatti ci sono i musei delle cere.
      - a insistere, qualche esempio di personaggio impagliato, lo si trova pure.

      Ma tornando alla gestione degli animali quali vettori di conoscenza (vivi, morti, a pezzi o impagliati), io non ho nemmeno nulla da eccepire nemmeno sugli zoo, almeno non se gli animali vi vengono trattati dignitosamente (e per quel che ho visto in giro capita più spesso di quanto si creda). Considera poi che la maggior parte degli animali conduce in un giardino zoologico una vita più serena di quanto potrebbe mai fare in natura.
      Dopotutto le bestie dotate di immaginazione sono davvero poche.

      Ultima nota sugli animali di plastica. Ora, io capisco la questione spettacolo/intrattenimento, la necessità di attirare il pubblico, i costi di mantenimento eccetera eccetera eccetera, ma lo scopo di un Museo dovrebbe essere altro.

      Ma, ehi, non voglio insistere, che capisco che per te quello degli animali è un tema sensibile. Al riguardo vediamo probabilmente le cose diversamente, ma ehi, ti assicuro che il mio amore per le bestie è fuori discussione (un giorno ti racconterò magari di tutti gli animali che ho ospitato, e no, non sto parlando degli amici blogger! :-))

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    3. Lo so che ami gli animali!!
      Qui si dibatte e basta, è lecito avere opinioni diverse!!
      Il bello è questo no?

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