Henri Cartier Bresson credeva che ogni azione, ogni soggetto, ogni situazione vivesse prima o poi un momento decisivo, un attimo importante, da fotografare. Un fotografo che ha testimoniato il secolo scorso, anche attraverso la pittura, con i suoi scatti su momenti storici rilevanti o quotidiani. Un artista che ha trovato essenziale viaggiare per nutrire la sua arte, perchè le sue Leica non fossero passatempo, ma occhio vigile sulla realtà, in ogni declinazione. Ha fotografato la storia, la miseria umana, attori del cinema e scrittori, con uno stile in bianco e nero senza virtuosismi, ma fatto i occhio, cuore e anima allineati, come diceva spesso. A Torino fino al 24 giugno 2012 c'è sua una mostra di 180 foto a Palazzo reale. Ci sono andata ieri e ne sono uscita emozionata. Non amo particolarmente "quel" genere di foto, soprattutto dedicato a volti e persone. Ma è inevitabile restare affascinati dagli scatti sopravvissuti all'autore, immagini in perpetuo movi...
Due ottime campagne, magari aderisco anche io.
RispondiEliminaRiguardo la seconda, è davvero sconfortante pensare che ci sia bisogno di iniziative del genere. Purtroppo c'è davvero un mare di gente che crede al malocchio, l'ho verificato di persona e non per sentito dire...
RispondiEliminaConcordo. Sai quanti gatti neri sono maltrattati, schifati, schivati? In ufficio da me c'era un amministratore delegato che se vedeva la segretaria con un capo viola addosso a momenti chiamava l'esorcista.
EliminaEd è proprio vero, per evitare la sfortuna si originano comportamenti anomali che fanno accadere incidenti.
E il malocchio? Una delle mie ex.suocere non sapeva spiegarsi come mai il figlio mi amasse se non con la frase "ti ha fatto la fattura".
Superstizione, ignoranza e ottusa crudeltà vanno sempre di pari passo in questo mondo.