Passa ai contenuti principali

Childfree zones (zone senza marmocchi)

Confessiamolo. Questo è un blog dove poter essere sé stessi, dunque niente timore di dire la verità: quante volte avreste voluto spedire i bambini indemoniati del vicino nella galassia più lontana perchè alla domenica mattina alle 8 erano svegli?
Quante volte le vostre orecchie sono state massacrate da urla, capricci, insensate scene di genitori furibondi e bipedi in miniatura urlanti?
Da quanto non riuscite a scambiare due parole con quella vostra amica perchè accompagnata da poppante?
Bisogna distinguere, i bambini interessanti ci sono, ma ne incontro pochi. Gli altri sembrano tutti figli di Hellraiser: fanno paura e sanno usare meglio di me pc e cellulare, a 1 anno.
Tempo fa ho acquistato per caso questo libro No kid. Quaranta ragioni per non avere figli (2008 Editore Bompiani). E' esilarante, con un pizzico di amaro e di spietata analisi familiare. L'autrice è stata crocifissa da pletore di genitori incazzati.
In ogni caso il postulato di Maier decreta tra le varie ragioni che "tutti si aspetteranno che voi siate una madre prima che una professionista e una donna", ed è questo l'aspetto tragico.
Molti non sanno neanche perchè lo fanno, si fa e basta. E questo crea genitori scontenti e bambini isterici. Perchè i bambini comprendono e avvertono molte più cose di quello che crediamo.
A me da fastidio che non si possa avere una scelta, detesto che non si rispetti l'idea di non desiderare un figlio come somma realizzazione e che alle cene con amici "figliati" salti prima o poi fuori la fatidica domanda: "e voi...quando lo fate un frugoletto"?
Non si tratta di un post anti-prole, si tratta della libertà di scegliere.
E se googlate "childfree" noterete una certa quantità di siti (più o meno rispettosi) sull'argomento, dove si propongono persino alberghi, ristoranti, spiagge, condomini senza giovani ugole vichinghe.
Provate a dire in mezzo a umani con prole neonata "io non so se voglio un figlio".
Parte immediatamente la crociata "ma noooo vedrai che prima o poi ti verrà il desiderio" oppure "ma non è possibile, allora qual'è lo scopo della tua vita?".
A quel punto o vi ammazzate di aperitivo sorridendo e lasciando scemare la furia dei lanzichenecchi oppure uscite a comprarvi un cd di musica metal.
Perchè se siete così è certamente colpa della musica metal che ascoltate da troppi anni.

Fonte foto

Commenti

  1. Il brutto è che la società si aspetta che ognuno di noi segua per forza certi percorsi, certi stereotipi. Invece no, ognuno di noi deve diventare ciò che vuole e basta e dovrebbe fare solo quello che gli piace.

    RispondiElimina
  2. Uhm... immagino che per una donna deve essere anche più pesante che non per un maschietto (eccomi) palesare la propria scelta di non riprodursi, ma si sa, le convenzioni e le tradizioni sono dure a morire... c'è e ci sarà sempre qualcuno convinto di poterti dire cosa dovresti fare e cosa non dovresti fare, se non addirittura cosa pensare.
    Ridicolo. Inaccettabile.

    Io mi diverto sempre quando annuncio "volete vedere i miei bambini?" e poi mostro sull'iPhone le foto dei miei gatti. Le reazioni degli astanti sono sempre interessanti: sorrisoni che si spengono lentamente come candele, sguardi di commiserazione, facce sbigottite. :D

    RispondiElimina
  3. Ma certo, perchè si da per scontato anche che "non si può amare gli animali più dei bambini".
    Che una donna deve per forza avere l'istinto materno. La nostra società non da spazio alla libertà di scelta in tema di famiglia. La famiglia standard è un must.
    Il peso sociale su una donna che non desidera come sommo scopo della propria esistenza la procreazione è fortissimo: le madri si aspettano nipoti: "quando lo fate un figlio"? Dando per scontato che si debba fare.
    Io trovo più responsbaile procreare con amore solo se si desidera davvero.

    Riguardo ai tuoi "bimbi" mi piacerebbe vederli!
    io adoro i gatti, gli animali in genere.

    RispondiElimina
  4. Gli animali sono fantastici.
    E i gatti sono magici.
    Di Elvis e Teppa (i miei "bambini"), trovi un po' di foto sul mio blog... prova QUI, dove c'è un bel ritratto di Elvis, e poi segui il tag "gatti". ;)
    Bacio.

    RispondiElimina
  5. Noi abbiamo sfornato due marmocchi, ma senza grosse pressioni. Anche perché Annalisa ha una tradizione di famiglie felicemente senza figli nel parentado.

    BTW siamo molto contenti della scelta, anche se a volte vorresti davvero fare una pausa!

    RispondiElimina
  6. Sono contenta per voi, l'avete scelto per amore e non per altre astruse ragioni.
    Così dovrebbe essere per tutti, perchè si tratta di una scelta importante!
    Riguardo alla pausa posso immaginare la fatica che richiedano due pargoli!

    RispondiElimina

Posta un commento

Bando alla pigrizia, commenta!

Post popolari in questo blog

KEEP CALM & CARRY ON - the beginning

Una libreria storica, un tempo stazione ferroviaria, in cui viene voglia di andare a trascorrere un pomeriggio nella OLD WAITING ROOM. Si tratta della Barter Books e della vera storia dell'arcinoto slogan KEEP CALM AND CARRY ON, ideato dal governo inglese (assieme ad altri due slogan) nel 1939 per sorreggere il morale del popolo britannico all'inizio della Seconda Guerra Mondiale. Qualche anno fa il poster fu scoperto appunto nella libreria Barter Books, in una scatola di vecchi libri vinti ad un'asta, generando un entusiasmo ed una diffusione imprevisti. Qui  il negozio ufficiale della libreria che propone i tre poster originali. e qui  uno dei tanti shop on line che propone tovaglie, tazze, poster e altri gadget. La Barter Books è una tra le 20 librerie più belle al mondo . Seguirà un post a rriguardo, intanto, a voi la storia e qualcuna delle declinazioni più simpatiche: FONTE NOTIZIA: blog BLOGGING WOLF

BUONE VACANZE A TUTTI

Ci rivediamo a settembre. Fate almeno una cosa al giorno che vi rende felice, evitate le costrizioni e viaggiate tanto, fisicamente o mentalmente (a libera declinazione). Spero al ritorno di rittrovare il blog Nocturnia aperto. Cyberluke hai visto The Talking Dead?? Baci     CREDITS: foto di IVANA PORTA

Henri Cartier Bresson - mostra a Torino

Henri Cartier Bresson credeva che ogni azione, ogni soggetto, ogni situazione vivesse prima o poi un momento decisivo, un attimo importante, da fotografare. Un fotografo che ha testimoniato il secolo scorso, anche attraverso la pittura, con i suoi scatti su momenti storici rilevanti o quotidiani. Un artista che ha trovato essenziale viaggiare per nutrire la sua arte, perchè le sue Leica non fossero passatempo, ma occhio vigile sulla realtà, in ogni declinazione. Ha fotografato la storia, la miseria umana, attori del cinema e scrittori, con uno stile in bianco e nero senza virtuosismi, ma fatto i occhio, cuore e anima allineati, come diceva spesso. A Torino fino al 24 giugno 2012 c'è sua una mostra di 180 foto a Palazzo reale. Ci sono andata ieri e ne sono uscita emozionata. Non amo particolarmente "quel" genere di foto, soprattutto dedicato a volti e persone. Ma è inevitabile restare affascinati dagli scatti sopravvissuti all'autore, immagini in perpetuo movim